“Il bracconaggio ittico nel nostro territorio” Rel. dott. Alessandro Mancini
Data inizio: | 09-04-2018 | Ora inizio: | 20:00 |
Luogo: | Ravenna, Ristorante Marchesini | Tipologia: | Meeting |
Meeting 12 del 09.04.2018
“Il Bracconaggio ittico nel nostro territorio”
Relatore: Dott. Alessandro Mancini
Lunedì 9 Aprile, nel Ristorante “Primo Piano” (Marchesini), il Lions Club Ravenna Host ha organizzato una serata di sensibilizzazione sul tema del “bracconaggio ittico in acque interne” in cui è stato relatore il Procuratore della Repubblica di Ravenna dott. Alessandro Mancini.
Una serata che ha visto la partecipazione delle principali autorità civili e militari del territorio, il Sig. Prefetto dott. Francesco Russo, il Questore dott. Rosario Russo, il Comandante dei Carabinieri Forestali dott. Giovanni Naccarato, il Comandante della Polizia Provinciale dott.ssa Lorenza Mazzotti, il comandante della Guardia di Finanza Colonnello Andrea Fiducia.
Nel corso della relazione, il Sig. Procuratore ha evidenziato quanto sia presente il problema e al tempo stesso pressoché sconosciuto alla comunità, confermando l’importanza delle iniziative di sensibilizzazione.
La genesi di questo fenomeno si identifica principalmente sulle rive del Danubio, ove organizzazioni criminali hanno maturato esperienza e metodologie, poi trasferite sul territorio italiano da una decina di anni da oggi.
L’esito ad oggi è una riduzione del 50% delle risorse ittiche nel nostro territorio, in cui le specie più colpite sono di pesce siluro, pesci gatto, carpe, gobbe. Le prede che vengono lavorate nel nostro territorio, poi trasferite in Romania per il confezionamento e qui in parte consumate e in parte reintrodotte in Italia come scatolame, senza alcun tipo di certificazione e quindi costituendo un grave attentato alla saluto.
I bracconieri agiscono come una vera e propria organizzazione criminale, con una precisa spartizione del territorio e realizzano profitti dai 15.000 ai 20.000 euro a settimana nelle loro battute di pesca.
Nel nostro ordinamento giuridico questi reati sono qualificati come semplici contravvenzioni, e questo non aiuta di certo la giustizia, quando invece le conseguenze sono molto gravi per l’ambiente e la salute, nonché per l’impatto negativo sull’indotto economico di un settore sportivo che conta almeno 1.500.000 appassionati in Italia.
La nostra sicurezza è un altro fattore a rischio, tenendo conto delle metodologie utilizzate per il bracconaggio, quali l’uso di scariche elettriche, esplosivi, e sostanze soporifere nell’acqua.
Il fenomeno oggi è talmente diffuso da assumere la connotazione di “disastro ambientale” che da un lato rende meglio l’idea della dimensione, dall’altro potrebbe mettere a disposizione delle autorità competenti qualche strumento aggiuntivo per colpire in modo efficace le organizzazioni.
La collaborazione tra le forze di polizia italiana e rumena, è un altro strumento efficace che oggi si aggiunge all’impegno delle autorità per contenere il fenomeno e invertire la rotta.
Alcuni dati forniti dal Comandante dei Carabinieri Forestali Giovanni Naccarato: il fenomeno relativamente alle acque interne dolci riguarda pesci siluro, carpe, lucci, nelle zone del Reno, Lamone, Senio, Santerno, Fiumi Uniti, Canale Emiliano Romagnolo, Rona, mentre per le acque salmastre riguarda le vongole che costituiscono altresì attività estremamente redditizia, prevalentemente nella zona Ravennate delle Valli di Comacchio, Bellocchio, Foce Bevano, Piallassa.
Dobbiamo difendere il nostro territorio, non solo per noi stessi ma soprattutto per le prossime generazioni, per non lasciare loro solo un deserto. Per questo motivo si auspica un intervento del legislatore per mettere a disposizione strumenti ancora più efficaci.
Che cosa può fare il cittadino? Segnalare alle autorità tutte le situazioni sospette, specialmente se raccolte in territori isolati, e collaborare in generale per fornire informazioni, come fanno le Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia di Ravenna.
Partecipanti 86, dei quali 50 Soci effettivi (pari al 48 %) e 2 onorari.